"E donna mi chiamò beata e bella". Incroci danteschi tra Peter Weiss e Walter Benjamin

Abstract

Il saggio è dedicato al dantismo creativo dello scrittore tedesco Peter Weiss (1916-1982), esaminato alla luce del concetto di allegoria di Walter Benjamin (1892-1940). Si ipotizza che la concezione dialettica della storia che la critica ha rintracciato nei tre volumi dell’Estetica della Resistenza (1975-1981) derivi da una lettura con lenti benjaminiane delle Commedia che si trova in nuce nei testi che formano parte del Divina-Commedia Projekt (1964-1969) e, in particolare, nel dramma Inferno. Si instaura in questo modo una linea di continuità tra le due fasi del dantismo di Peter Weiss, che viene qui esplorata attraverso l’analisi del personaggio di Beatrice. La funzione salvifca del mito femminile dantesco viene attualizzata da Peter Weiss in senso ‘storico’ e decisamente benjaminiano: trasformata in anagogia del collettivo delle vittime dimenticate di Auschwitz, Beatrice acquista potenzialità utopica e ofre al presente in pericolo una possibilità sfuggente di redenzione

The essay is devoted to the creative Dantism of the German writer Peter Weiss (1916-1982), which is examined in the light of Walter Benjamin’s (1892-1940) notion of allegory. The contribution suggests that Weiss’s concept of dialectical history, which critics have traced in the three volumes of The Aesthetics of Resistance (1975-1981), comes from a reading of the Commedia through the lens of Benjamin, which can be found in embryo in the texts that constitute the Divina-Commedia Projekt (1964-1969) and especially the play Inferno. This hypothesis creates a line of continuity between the two phases of Weiss’s Dantism, which is here discussed through the analysis of the character of Beatrice. The salvific function of the Dantean female myth is actualised by Weiss in a historical and Benjaminian sense. Transformed into the collective anagogy of the forgotten victims of Auschwitz, the figure of Beatrice acquires a utopic power, offering to the present time, in danger, a possibility of a fleeting redemption.